Sardegna e cannabis. Un progetto per la legalità

La Sardegna ha visto tempi duri, nonostante il clima favorevole e il primato per superficie coltivata con la cannabis nel 2020, ma non si abbatte e i produttori hanno organizzato un meeting per riportare all’attenzione le problematiche del settore e le possibili soluzioni.

Un disegno di legge regionale, che porta le firme dei consiglieri Alessandro Solinas (M5S) e Piero Maieli (Psd’Az) , entrambi presenti alla conferenza, è stato depositato e ha ottenuto l’approvazione della Commissione Agricoltura. Prossimo step la Giunta regionale.

L’appello dei produttori sardi

Il diritto al lavoro e alla produzione di canapa sono le richieste delle aziende agricole che rivendicano la pianta come varietà botanica. La canapa, infatti, ha restituito dignità a un lavoro ormai sottostimato, quello legato alla lavorazione della terra. Le aziende agricole erano in grande difficoltà finché la legge 242/16 ha creato un mercato crescente e fiorente, un settore neonato che va strutturato e tutelato:  si devono dare delle garanzie ai produttori!

Obiettivo primario dell’incontro era portare alla luce l’esistenza di una legge regionale che possa essere approvata subito. Quello secondario era informare le istituzioni locali sulla possibilità di intervenire richiedendo al Parlamento una presa di posizione chiarificatrice a livello nazionale.

Sardegna esemplare: un tavolo tecnico per una legge regionale e una richiesta al Parlamento di uniformità nazionale sul modello sardo.

L’assessore alle politiche agricole della Sardegna Grazia Murgias, ha risposto all’appello degli operatori del settore impegnandosi per la costituzione di un Tavolo tecnico che porti alla luce quelle che sono le reali necessità del settore. E’ necessario che vigano contestualmente legittimità e tutela.

E’ difatti bizzarro come all’interno della stessa nazione si ripeta ciclicamente la medesima conformazione detta all’Arlecchino, che confonde e crea disagio. Emblematica è l’antitesi tra la procura di Bologna e quella di Cagliari. Pur trattando la stessa materia, infatti, la prima sostiene che con la Sentenza della Cassazione a Sezioni Unite “l’argomento non è affatto decisivo (…) in quanto non tiene in alcun conto della portata del novum introdotto con la lg 242/16 laddove (…) non si distinguono con espressa limitazione le diverse modalità di di presentazione di quella legittimamente commercializzabile.” è invece apprezzabile positivamente “il dubbio di costituzionalità dell’art 14 comma 1 lettera b del Dpr 309/90″.

La seconda riporta testualmente invece “il presente provvedimento (…) affinché la stessa venga osservata, nei rispettivi ambiti territoriali, nei procedimenti per reati di coltivazione connessi a violazioni dell’art. 74 DPR 309/90 di competenza della DDA di Cagliari”

Nella sala conferenze sono state ospitate solo 200 persone, pochissime rispetto alle richieste di partecipazione pervenute, tra i presenti vi erano Battista Cualbu (presidente Coldiretti), Pietro Tandeddu (direttore Copagri), Luca Sanna (presidente Confagricoltura), Alberto Manca (M5S), avv. Antonello Spada (presidente dell’Ordine forense di Oristano), Giacomo Pattieri (ricercatore dell’Università di Oristano e membro dell’ass. Sardinia Cannabis), avv. Lorenzo Simonetti (Foro di Roma), Riccardo Laconi (Laore), Gianluca Carboni (Agris . Canopaes bonifica dei terreni), i rappresentanti di associazioni di categoria, legali, operatori e ricercatori.

“E’ ora di fare chiarezza”. Dice Piero Manzanares, Presidente di Sardinia Cannabis “non vado contro le FFOO, anzi, è giusto che facciano il loro lavoro. Però ci sono strumenti di controllo non invasivi che hanno a disposizione e che dovrebbero utilizzare per evitare sequestri preventivi, come i test su campo. Il Nipaaf (Nuclei Investigativi di Polizia Ambientale) di Cagliari ne ha acquistati circa 200 e non li ha mai utilizzati”.

Il settore cannabico non manca di propositività e spirito di iniziativa, per l’ennesima volta gli operatori si sono dimostrati collaborativi e aperti al dialogo purché ci sia progresso sociale e si tenga in considerazione la cannabis per quello che è: un’economia fiorente.

Articolo originale su BeLeaf Magazine

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