Guida al referendum sulla cannabis legale

La campagna per il referendum sulla cannabis legale è appena iniziata ma è stata subito un successo. C’è tempo fino al 30 settembre per raccogliere almeno 500.000 firme. Di seguito una breve guida al referendum sulla cannabis legale.

Questa volta si fa sul serio. Giovedì 11 settembre 2021 è partita la campagna referendaria per decriminalizzare la cannabis in Italia. In 48 ore sono state raccolte più di 220.000 firme. 

Firma ora: referendumcannabis.it 

La novità della firma digitale

La principale novità di questa campagna referendaria sulla cannabis legale è che si può partecipare online attraverso l’uso della firma digitale. Grazie ad un emendamento approvato a luglio 2021 che vedeva come primo firmatario il deputato e presidente di +Europa Riccardo Magi, è ora possibile firmare online per le raccolte firme per i referendum.

La forza di questa novità l’ha subito sperimentata la raccolta firme per il referendum sull’eutanasia legale (che vi invitiamo a consultare qui). Dopo un primo periodo nel quale si poteva aderire solo recandosi di persona presso banchetti allestiti nelle piazze italiane o negli uffici pubblici predisposti, l’adesione si è ingigantita subito dopo che è stata data la possibilità di firmare online.

La raccolta firme per la cannabis legale invece, è partita subito online e in otto ore aveva raccolto già 50.000 firme digitali.

In cosa consiste il referendum sulla cannabis legale?

Gli organizzatori della campagna referendaria hanno come obiettivo quello di raccogliere almeno 500.000 firme per fare approvare un referendum abrogativo che ha lo scopo di depenalizzare la coltivazione domestica di cannabis e rimuovere le sanzioni amministrative inerenti al possesso di stupefacenti. 

Nello specifico, come gli organizzatori hanno spiegato all’interno del sito online per il referendum sulla cannabis legale, il quesito referendario interviene sul Testo unico sulla droga (Testo Unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, di cui al d.P.R. 309/1990), agendo  sia sul piano della rilevanza penale sia su quello delle sanzioni amministrative di una serie di condotte in materia di droghe.

Da punto di vista penale, da una parte, si propone di depenalizzare la condotta di coltivazione di qualsiasi sostanza intervenendo sulla disposizione di cui all’art. 73, comma 1 del Testo unico sulla droga. Dall’altra, si vuole eliminare la pena detentiva per qualsiasi condotta illecita relativa alla cannabis, con eccezione della associazione finalizzata al traffico illecito di cui all’art. 74, intervenendo sull’articolo 73, comma 4. 

Approfondisci: La sentenza della Cassazione sulla coltivazione di cannabis in casa non cambia la legge

Sul piano  amministrativo, invece, i promotori della campagna referendaria propongono di eliminare la sanzione della sospensione della patente di guida e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori, la quale è attualmente destinata a tutte le condotte finalizzate all’uso personale di qualsiasi sostanza stupefacente o psicotropa, intervenendo sull’art. 75, comma 1, lettera a).

Ecco il testo integrale del quesito referendario depositato:

Volete voi che sia abrogato il Decreto del Presidente della Repubblica del 9 ottobre 1990, n. 309,  avente ad oggetto “Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza“, limitatamente alle seguenti parti: 

Articolo 73, comma 1, limitatamente all’inciso “coltiva”; 

Articolo 73, comma 4, limitatamente alle parole “la reclusione da due a 6 anni e”; 

Articolo 75, limitatamente alle parole “a) sospensione della patente di guida, del certificato di abilitazione professionale per la guida di motoveicoli e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori o divieto di conseguirli per un periodo fino a tre anni;”?

Cosa significa tutto questo?

Partiamo dal primo punto, cioè da quello della depenalizzazione della condotta di coltivazione di qualsiasi sostanza. L’obiettivo del referendum è quello di consentire alle persone di coltivare piante di cannabis per uso personale. Tuttavia, come specificato nella proposta, si mantengono le condotte di detenzione, produzione e fabbricazione di tutte le sostanze che possono essere applicate per le condotte diverse dall’uso personale. In altri termini è possibile coltivare e produrre cannabis, ma non è consentito vendere, cedere, distribuire, trasportare o consegnare infiorescenze di cannabis o prodotti da essa derivati. 

Il secondo punto riguarda la modifica dell’art. 73, comma 4. Abrogando l’inciso “la reclusione da due a 6 anni e”, si elimina la pena detentiva per qualsiasi condotta illecita relativa alla cannabis, con eccezione della associazione finalizzata al traffico illecito. Per quest’ultimo punto infatti, restano vigenti le sanzioni amministrative.

Infine, il  terzo punto modifica l’articolo 75 del Testo unico sulla droga abrogando le sanzioni amministrative per coloro i quali detengono sostanze illecite. Le sanzioni abrogate sono: la sospensione della patente di guida, quella del certificato di abilitazione professionale per la guida di motoveicoli e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori o divieto di conseguirli per un periodo fino a tre anni.

L’iter della campagna referendaria

Essendo un referendum abrogativo, quello sulla cannabis legale è disciplinato dal’art. 75 della Costituzione nelle modalità previste dalla legge 25 maggio 1970, n. 352

Nello specifico, una volta raccolte almeno 500.000 firme di cittadini italiani aventi il diritto di voto (elettori), queste devono essere depositate presso l’Ufficio centrale costituito presso la  Corte  di  cassazione entro il 30 settembre 2021.

La Cassazione ha il compito di giudicare che il quesito referendario sia conforme alla legge. Se lo è, la Corte Costituzionale ne giudicherà l’ammissibilità, cioè verificherà che il quesito referendario sia conforme alla Costituzione. Appurata tale ammissibilità e ricevuta comunicazione della sentenza della Corte costituzionale, il Presidente della Repubblica, su deliberazione del Consiglio dei Ministri,  indice  con  decreto  il  referendum,  fissando la data di convocazione degli elettori in una domenica compresa tra il 15 aprile ed il 15 giugno.

Come si può firmare per il referendum sulla cannabis legale?

Sul sito referendumcannabis.it c’è una guida che aiuta per firmare digitalmente il quesito referendario tramite pochi semplici passaggi.

In sintesi, si può firmare tramite SPID, tramite un dispositivo di firma digitale (smart card, chiavetta USB o servizio di firma digitale remota) o usando il servizio usare il servizio TrustPro QTSP.

Articolo originale su Weed World

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