EIHA: la canapa per rivoluzionare l’Europa

Abbiamo più volte raccontato le attività di EIHA, l’associazione che riunisce molte delle più importanti realtà produttive e commerciali della filiera della canapa industriale in Europa e che negli ultimi anni ha vissuto una crescita esponenziale. EIHA è portavoce a Bruxelles delle questioni più urgenti e delle problematiche che impediscono al settore di sviluppare il potenziale di questa pianta. L’attività di lobbying e pubbliche relazioni sviluppata da EIHA è di fondamentale importanza anche e forse soprattutto per l’Italia, così lontana da un’armonizzazione con le norme comunitarie. Il nostro paese, costituito da sempre da un know how di settore altamente specializzato, deve trovare il suo ruolo in Europa. Per questo abbiamo deciso di ripercorrere i punti focali dell’attività dell’associazione che rappresenta un’occasione importante per tutti gli operatori del settore attraverso un’intervista a Victoria Troyano, Communications & Advocacy Officer.

Quando e perché nasce EIHA?
“EIHA è nata 25 anni fa e l’idea all’inizio era di creare un’associazione di produttori di canapa che lavoravano soprattutto la parte bassa della pianta quindi la fibra. L’obiettivo era quello di fare networking, lavorare assieme per scoprire quale potesse essere il futuro della canapa. Ci siamo poi resi conto della necessità di avere una regolamentazione chiara e per questo siamo diventati un’associazione di lobby“.

Con la nuova gestione di Lorenza Romanese abbiamo notato un cambio sia nell’aumento dell’attività e del coinvolgimento di aziende e istituzioni sia in una nuova comunicazione più incisiva. Cosa è cambiato? Abbiamo anche notato una nutrita quota rosa.
Non solo EIHA, ma più in generale il mondo della canapa è uno dei pochi settori dove il rapporto di presenze uomini/donne è piuttosto bilanciato. La nostra direttrice generale è donna, ma anche nel Consiglio dei direttori abbiamo due donne, e nel Segretariato siamo tre donne e un uomo. La presenza di Lorenza Romanese coincide con la presa di coscienza della necessità di fare anche attività politica proprio perché il settore aveva bisogno di regole chiare e leggi adeguate. Quindi nel 2019 si è deciso di assumere un lobbista e così è arrivata Lorenza che ha grande esperienza nel lavoro di lobbying e affari pubblici avendo già lavorato nel settore del vino e dell’energia.

La nostra comunicazione è cambiata e tutto si è sviluppato molto velocemente perché l’associazione adesso può contare su una persona che si occupa specificamente di affari pubblici. Un ruolo che prima appunto non esisteva all’interno dell’associazione. Con l’arrivo di Lorenza abbiamo visto quindi uno sviluppo più chiaro, ma anche più membri e quindi più budget per assumere nuove persone. Così sono arrivata io per coordinare il lavoro di comunicazione. Dal 2020 abbiamo iniziato a comunicare e far vedere cosa facciamo non solo per i nostri membri ma anche per il pubblico in generale. Si tratta di un lavoro di educazione che per il settore della cannabis è estremamente importante.

Abbiamo già scritto del consorzio creato per le domande del novel food e dello studio sul cbd full spectrum. Cosa possiamo aspettarci per il futuro?
Per quanto riguarda novel food noi adesso stiamo aspettando la posizione ufficiale della commissione eruopea che sicuramente arriverà a settembre. Sappiamo già che l’anno scorso la commissione europea aveva detto che il cbd può essere narcotico, poi dopo il caso Kanavape  aveva dichiarato che può essere considerato novel food, ma non ha ancora preso una posizione ufficiale. Sicuramente ci attendiamo una risposta per settembre o ottobre di quest’anno. Nel frattempo gli   vanno avanti, aspettiamo i primi risultati dopo l’estate. Man mano che arriveranno questi risultati li trasmetteremo all’EFSA e all’FSA. Si tratta comunque di un processo lungo perché i risultati degli studi tossicologici saranno pronti tra un anno e mezzo, due anni.

Stiamo lavorando anche ad altri progetti. Stiamo lavorando alle applicazioni del cbd per il pet food. Ad oggi non esiste presso l’EFSA un’applicazione del cbd come additivo nei mangimi per animali da compagnia. La commissione europea ha detto che aspetterà i risultati dei test tossicologici per stabilire il cosiddetto safety level. Inoltre stiamo lavorando per stabilire degli standards produttivi che rispettino le linee guida europee per quanto riguarda ad esempio etichettatura e claims perché crediamo fermamente che ci sia la necessità che in questo settore tutti seguano lo stesso percorso. Questo è molto importante per far capire alle autorità che questo settore ha la volontà di adeguarsi alle normative ed essere trasparente.

Per settembre inoltre è prevista l’adozione della nuova PAC (politica agricola comune) che è già stata discussa dal parlamento, commissione e stati membri. Una volta votato il testo definitivo la Commissione lavorerà sui regolamenti verticali come ad esempio per quanto riguarda i controlli in campo. Ci si aspetta l’approvazione dell’innalzamento del tenore di thc in campo a 0,3% per le varietà di canapa per le quali gli agricoltori possono percepire i pagamenti diretti. L’EIHA continuerà a lavorare con il legislatore europeo per introdurre una definizione chiara di canapa industriale e favorire la creazione di regole comuni di mercato.

Quali sono i vantaggi per le aziende che si associano a EIHA? Quali le caratteristiche per poter essere accettati?
EIHA ha diversi tipi di membri, copriamo tutto il settore. Il costo dell’iscrizione dipende dal fatturato, andiamo dalle piccole medie imprese alle grandi compagnie. La prima caratteristica che le aziende devono avere per essere accettati è la condivisione della prospettiva da cui guardare il settore e la sua crescita. Noi rappresentiamo solo la canapa industriale, non includiamo le attività che operano nell’ambito della cannabis a scopo ricreativo né medico. Il mandato dell’EIHA è molto chiaro. L’associazione difende gli interessi legati alla canapa industriale. Sia la cannabis medicale che quella ricreativa sono esclusi da nostro ambito di azione.
Per quanto riguarda i vantaggi che può portare EIHA al settore il più importante in questo momento è il Novel Food Consortium che rappresenta una realtà a parte rispetto la membership alle altre attività dell’associazione. A parte il consorzio per il novel food, i vantaggi per i membri di EIHA sono innanzitutto la partecipazione attiva ai gruppi di lavoro. In questo momento i nostri gruppi di lavoro sono: food, food supplements, agricoltura, fibra e tessile, comunicazione. I membri possono partecipare attivamente, si tratta di gruppi di lavoro dove noi possiamo capire quali sono le necessità dei nostri produttori, agricoltori etc, di cosa ha bisogno il settore e di come noi possiamo aiutare il settore. Grazie a questo lavoro prendiamo decisioni strategiche. Vogliamo che ci sia più informazione, più conoscenza, più educazione. Nei gruppi di lavoro inoltre si può fare attività di networking. Oltre ai gruppi di lavoro due volte l’anno organizziamo general meeting durante le quali si vota per prendere decisioni importanti circa l’attività di EIHA. Ovviamente i nostri membri hanno accesso alla nostra newsletter dove raccontiamo cosa sta succedendo nel settore a livello di lobby, a livello politico. Cerchiamo di agevolare l’attività di networking tra i membri che spesso ci rivolgono richieste e/o offerte di supplier. Tutto il lavoro di segreteria è un altro importante vantaggio, siamo a disposizione dei membri per aiutarli per qualsiasi cosa su cui possiamo essere utili. Raccontiamo diciamo in diretta ai nostri membri cosa succede a Bruxelles e siamo disponibili a rappresentare le loro istanze. Il nostro obiettivo è mettere assieme la nostra esperienza di public affaircomunicazione e advocacy con l’esperienza dei nostri membri nell’agricoltura e nel commercio.

A livello europeo sembra che le cose si stiano chiarendo anche grazie a sentenza importanti, ma nelle legislazioni nazionali continuano ad esserci resistenze sulla pianta. Come vedete la situazione?
Noi conosciamo bene questo problema, e pensiamo che la soluzione sia l’adozione di un approccio europeo armonizzato. Al contrario se ogni stato membro stabilisce regole diverse, il settore non si sviluppa come potrebbe. Quindi noi lavoriamo perché ci sia un’armonizzazione a livello europeo, ovviamente nel frattempo ogni stato membro prende le sue decisioni e proprio attraverso i nostri membri cerchiamo di tenere le fila di quello che accade in ogni paese. Diamo delle linee guida, anche attraverso i gruppi di lavoro, su come attuare a livello nazionale le normative europee, forniamo a riguardo tutta la documentazione necessaria. Il nostro approccio è basato sulla scienza: è la scienza che dice cosa si può o non può fare e perché. Noi lavoriamo a livello europeo con il nostro comitato scientifico, e diamo ai nostri membri tutta la nostra conoscenza affinché loro possano portare avanti questo discorso nei singoli paesi membri di provenienza. Cerchiamo di fare da ponte, se anche non possiamo esser presenti in ogni stato, siamo sempre di supporto ai nostri membri nello sviluppo della propria impresa a livello locale.

È importante diffondere informazioni perché spesso si affacciano su questo settore imprenditori che non hanno preparazione rispetto alla complessità normativa. Non solo, dobbiamo informare anche i consumatori che iniziano ora a conoscere i prodotti a base di canapa. L’obiettivo è quello di permettere al settore di svilupparsi pienamente secondo quello che viene definito “whole plant approach”. Per questo motivo è importante che tutto il settore si comporti nello stesso modo. La comunicazione in questo è importantissima.

a cura di Romana De Micheli
Fonte: canapaindustriale.it

Articolo originale su Dolce Vita Online

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