Colombian Gold, Legendary Strain

“Un giorno, si presentò nel growshop dove lavoravo un signore sulla sessantina con un piccolo barattolo di vetro. All’interno conservava un paio di cime molto belle e compatte, di un bel verde chiaro, con pistilli lunghi e super arancioni. Non feci in tempo a chiedere che mi spiegò che si trattava di un fenotipo originale di Colombian Gold, mantenuto per decenni in indoor da lui stesso. Inutile descrivere il mio sbigottimento, degno di nota invece lo smoke report di quella varietà: io e il mio titolare non potevamo crederci, eppure quell’erba sembrava proprio corrispondere alle descrizioni della colombiana più famosa di sempre. L’ high pareva non avere un limite, con poche tirate ci ha resi super allegri, stimolanti nella conversazione, più centrati; eravamo pozzi di creatività. La mia testa era leggera, come una mongolfiera che sale in quota… e il sapore e l’odore si fondevano insieme in un’unica nota: haze, haze, haze!

Che la storia abbia inizio… il cliente misterioso ci svela che fu costretto ad arruolarsi in Vietnam e uno dei suoi commilitoni aveva famiglia in Colombia. Dopo alcuni anni dalla fine della guerra si ritrovarono nello stesso aeroporto e, parlando, riesumarono i ricordi dei tempi passati insieme fumando erba. Il suo amico decise di portarlo in Colombia per fargli provare la stessa varietà che avevano a disposizione in guerra e gli fece avere dei semi colombiani autoctoni direttamente nelle sue mani. Il nostro uomo mantenne un fenotipo di una landrace coltivata per più di 80 anni in Colombia nelle sue growbox e quel pheno è arrivato ai nostri giorni grazie alla sua completa dedizione. Per sei anni gli ho chiesto ininterrottamente dei semi; alla fine un giorno arrivò da me con delle talee e da allora in poi ho cominciato a coltivare solo Colombian Gold e ho mantenuto un back up di talee grazie ad un amico, ora siamo in 3 negli USA ad avere questa versione della Colombian”.

ORIGINI E STORIA

In origine, la Cannabis colombiana poteva essere suddivisa in due principali strain: uno coltivato in un clima più umido, a basse latitudini, lungo la costa atlantica vicino Panama e uno coltivato in montagna, in zone ben più aride. Negli anni 70 l’area centrale, caratterizzata da grandi vallate, divenne la zona con maggior densità di coltivazioni, destinate completamente all’esportazione della Cannabis negli States e in Vietnam. Si potevano trovare facilmente in commercio tutte le varietà, dalla meno alla più curata. La Cannabis fu introdotta in Colombia circa a metà Ottocento ed entrò subito a far parte della tradizione agricola locale. I contadini cominciarono presto a scegliere i semi migliori, a trapiantare solo piante di qualità e a dare loro attenzioni individuali. Riuscirono a mettere a punto svariate tecniche di coltivazione tra cui quella che rese celebre e particolare il loro prodotto. A fine fioritura praticavano dei solchi lungo il fusto principale delle piante, in modo tale da ridurre l’afflusso di acqua e nutrienti verso l’alto; così facendo le foglie ingiallivano e seccavano. I fiori, costretti a maturare in fretta, venivano raccolti con molti pistilli senescenti dal colore molto rosso molto scuro. Questa tecnica permetteva di risparmiare un po’ di tempo sulla maturazione e sull’essiccazione dell’erba: ricordiamo che le varietà colombiane sono delle pure sative equatoriali che per maturare impiegano dalle 12 alle 16 settimane.

Questa landrace venne nominata in base alle colorazioni tipiche, al luogo di provenienza e alla lavorazione dei propri fiori: Colombian Gold, Punta Roja, Cali Hills, Choco, Low Land, Purple sono tutti nomi che danno un’idea sulla latitudine di coltivazione e delle vecchie varietà selezionate.

La domanda di Cannabis in America aumentò esponenzialmente e, a causa dei controlli alle frontiere e all’impiego di paraquat – un diserbante tossico – sulle piantagioni messicane, i contadini colombiani furono prediletti e si prepararono ad affrontare una richiesta molto elevata di prodotto, convertendo i cultivar locali a Cannabis. La maggior parte della Marijuana fumata negli States era importata dalla Colombia e questo comportò che anche le varietà di semi disponibili in America appartenessero per lo più a varietà colombiane.

Terminata la guerra in Vietnam nel 1975, la domanda cominciò a calare leggermente e l’agri-business della Cannabis venne pian piano eliminato quasi del tutto; continuarono solamente le produzioni intensive di Cannabis di alta qualità sensimilla e restò famosa una varietà di Colombian Gold chiamata “la mona amarilla”. Lo strain più rinomato tra le Colombian è sicuramente quella coltivata sulle montagne grazie al clima molto favorevole. Il prodotto proveniente dalle altre aree, specialmente vicino alle coste, è sempre stato di scarsa qualità e pieno zeppo di semi… c’è chi scherzosamente la chiamava “Prensi Seeds”, però a discapito del prodotto da fumare si è riusciti a mantere nel tempo una genetica di per sè molto buona. Le piantagioni a basse quote offrivano un prodotto più scarso anche per via dei pochi accorgimenti effettuati sulla conservazione dei fiori.

Purtroppo ai giorni nostri in Colombia non esiste più la Colombian Gold! Pochi fortunati nel mondo possono vantare di averne ancora i semi o i loro discendenti. Se pensate di andare in quei posti a cercare i vecchi cultivar, rimarreste parecchio delusi e rischiereste la vita sui dirupi delle montagne impervie per trovare le stesse varierà coltivate in America e in occidente, ibridate con le qualità afgane per ridurne i tempi maturazione. Peccato che all’equatore il numero di ore di luce sia sempre intorno alle 12 ore, e proprio a causa del breve fotoperiodo, indicatissimo per le sative equatoriali, si rende necessario l’ausilio di serre con lampade. In outdoor le varietà non autoctone e più veloci producono delle cime ridicole che non sarebbero adatte per essere commercializzate.

Diciamo che non è stata una mossa molto furba quella di introdurre dei cultivar non adatti alla latitudine… coltivare con le lampade di notte, in mezzo alla foresta con dei mega generatori di corrente è uno spreco enorme di risorse; così facendo inquinano l’ambiente circostante e sono costretti ad impiegare prodotti antimuffa e pesticidi, per ottenere quindi un prodotto di gran lunga inferiore a quelle meravigliose sative che erano ormai diventate autoctone. Il tutto per fare 3 cicli all’anno anzi che due. Probabilmente questa è stata la scelta più stupida che si potesse fare, ma si sa che sempre più spesso gli umani badano al denaro e poco alle conseguenze sul lungo termine.

Tornando a noi… Ecco perché la Colombian è una landrace così ricercata.

 

Questa unica varietà è stata ed è tutt’ora richiesta principalmente perché si tratta di una delle poche pure sative esistenti.Le piante cresciute all’equatore impiegano moltissimo a sviluppare i fiori soprattutto a causa del fotoperiodo (quasi dodici ore di sole al giorno) e del clima caldo – umido, in genere poco favorevole durante la fase di fioritura. Le piante con così lunghi periodi di fioritura hanno sicuramente avuto meno interesse commerciale rispetto a varietà più veloci. Il fatto che le sative siano sempre state importate negli USA e nel mondo, e di conseguenza apprezzate per iloro terpeni e l’effetto euforico – energizzante, ha fatto sì che molti breeder si mettessero alla ricerca dell’equilibrio perfetto tra tempi di fioritura ecaratteristiche di nuovi ibridi.

In ogni caso, molti veterani (del growing ma anche del Vietnam!) riportano che gli effetti e i sapori unici della versione originale sono di gran lunga superiori a qualsiasi incrocio sviluppato nel tempo.Nostalgia o meno che sia, riportiamo i tratti salienti di questo strain secondo il punto di vista di un veterano che coltiva questa varietà da anni: “Coltivo e fumo da tempi immemorabili ma quel che devo sottolineare è che uno strain equiparabile a questo non esiste. Lo considero un Santo Graal per me stesso; viste le mie problematiche con il Disturbo da Stress Post Traumatico si è rivelato essere la cura più efficace di tutte. Si tratta di un antidepressivo molto potente e la peculiarità che più mi piace è che non c’è rischio di paranoie o effetti indesiderati; è capace di mandarmi vicino a uno stato zen, è molto introspettiva ma non in maniera pesante… sono in grado di estrapolare pensieri positivi, è calmante e rilassante e allo stesso tempo è in grado di rendermi felice, fungendo da vero e proprio booster per il buon umore. Mi ha aiutato ad eliminare gli psicofarmaci che prendevo per la PTSD e a raggiungere un buon equilibrio emotivo. Anche gli amici a cui ho fatto provare questi fiori sono rimasti piacevolmente colpiti dal suo straordinario effetto lucido ma allo stesso tempo potente e curativo. ”

Il sapore e l’odore coincidono in note pungenti di limone, pino e skunk, completate da un retrogusto dolce, leggermente fruttato.

La struttura della pianta è molto ramificata, le foglie sono generalmente strette e fini, con 7 – 11 punte, i fiori sono conici e le cime abbastanza compatte. La colorazione dei pistilli è mediamente scura. Alcuni tra i fenotipi ormai più rari presentano diverse ramificazioni e cime molto ariose.

I cannabinoidi presenti in maggior quantità sono THC, THCV, CBN e CBD. Inizialmente si pensava che la degradazione da THC a CBN fosse dovuta allo stoccaggio dell’erba e ai lunghi viaggi scomodi che subiva, in realtà si tratta di una caratteristica insita nella genetica della pianta e che è stata forse accentuata da questi fattori. Per questi motivi è indicata per combattere ansia, depressione, dolore cronico, tensione muscolare, oltre che l’ADHD.

Dove possiamo trovare la Colombian Gold oggi?

Per i nostalgici questo strain leggendario può in parte rivivere in qualche ibrido ancora in commercio. Seppur anch’essa sia uno strain di una certa rarità, la Original Haze discende da una linea pura colombiana che fu poi incrociata con delle Thai. Si pensa che anche la Skunk #1 ne sia diretta discendente. La banca del seme World of Seeds, vanta tra le proprie genetiche una Colombian Gold. Non voglio mettere in dubbio la serietà della suddetta seed bank ma la pianta originale impiega 12 – 14 settimane a fiorire e non 65 giorni, quindi, con ogni probabilità, si tratta di un ibrido che è risulta comunque simile sotto molti punti di vista alla pura landrace.

Reeferman propone invece un interessante incrocio tra la Colombian Gold e la G -13; la progenie dell’unione tra le due piante è stata incrociata nuovamente con la Colombian originale per garantire al cross il sapore pungente di limone tipico delle Skunk e la struttura delle Haze.

Il risultato ottenuto è stato sorprendente: un bell’ibrido a predominanza sativa con un periodo minore di fioritura rispetto alla colombiana pura. Le dieci – dodici settimane impiegate in fioritura valgono sicuramente l’attesa di essere ripagati con cime compatte e profumate dall’effetto unico.

Il nome è tutto un programma: Love Potion. Si dice che il fenotipo più sativeggiante, la Love Potion #1, sia un afrodisiaco in grado di risollevare l’umore e donare energia. È un ibrido che presenta molte varianti, anche una più indica con effetti e strutture più simili alla G -13; il fenotipo a predominanza sativa rende giustizia alla Colombian Gold in fatto di effetto e anche di struttura (molto ramificata) che purtroppo non è sempre gradita dai coltivatori indoor. Fa piacere che alcuni growers controcorrente si interessino a riscoprire le vere landrace sative che stanno via via scomparendo dalla circolazione, diventando delle rarità.

Notizia originale su MJ Passion Magazine

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