Secondo uno studio pubblicato recentemente sul Journal of Alzheimer’s Disease, un ciclo di due settimane di alte dosi di CBD può ripristinare la funzione di due diverse proteine, fondamentali per ridurre gli effetti della malattia di Alzheimer.
L’Alzheimer denominato familiare è una versione ereditaria della malattia in cui i sintomi iniziano a manifestarsi nelle persone tra i 30 e i 40 anni, in due o più persone appartenenti allo stesso nucleo familiare. Circa il 10-15% dei pazienti soffre della versione ereditaria.
Il dottor Babak Baban, immunologo e decano associato per la ricerca presso l’Augusta Georgia Dental College of Georgia della Georgia, ha spiegato in un comunicato stampa che il CBD ha ridotto i livelli della proteina IL-6, che è associata agli alti livelli di infiammazione riscontrati nell’Alzheimer. Il cannabinoide ha anche migliorato la cognizione nei modelli utilizzati nello studio.
Nello studio effettuato su cavie animali i ricercatori hanno scoperto che il CBD sembrava normalizzare i livelli di IL-33 e TREM2, aumentati rispettivamente di sette e dieci volte. Quando entrambe le proteine sono basse, è una chiara indicazione della malattia, hanno affermato i ricercatori. È la prima volta che si scopre che il CBD normalizza questi livelli.
Secondo i ricercatori, i passaggi successivi includono la determinazione delle dosi ottimali, la somministrazione di CBD nelle prime fasi del processo della malattia e il passaggio a potenziali studi clinici. Stanno anche esplorando sistemi di somministrazione che includono l’uso di un inalatore che potrebbe aiutare a fornire il CBD più direttamente al cervello.
Articolo originale su Dolce Vita Online